domenica 6 aprile 2014

Emozione e Marketing


Cos'è l' #emozione lo sa bene il marketing, perchè ormai da anni il nuovo bersaglio dei marketer, che
vogliono incrementare i fatturati in modo veloce e sicuro, sono le azione compulsive generate dalle emozioni.
Ovunque, tutti vogliono emozionare perchè l'emozione genera sentimenti ed i sentimenti generano azioni.
Colui che sa #emozionare utilizza strumenti volti a generare call to action nei propri clienti.

L'emozione si differenzia dai #sentimenti perchè la prima è una modifica psicofisica del proprio corpo in modo non cognitivo e senza elaborazioni coscienti i secondi sono stati d'animo generati per lo più dalle emozioni a cui seguono azioni di ogni tipo e valenza.


Secondo la teoria centrale di Cannon-Bard, lo stimolo emotigeno, che può essere un evento, una scena, un'espressione del volto o un particolare tono di voce, viene elaborato in prima istanza dai centri sottocorticali dell'encefalo, in particolare l'amigdala che riceve l'informazione direttamente dai nuclei posteriori del talamo (via talamica o sottocorticale) e provoca una prima reazione autonomica e neuroendocrina con la funzione di mettere in allerta l'organismo. In questa fase l'emozione determina quindi diverse modificazioni somatiche, come ad esempio la variazione delle pulsazioni cardiache, l'aumento o la diminuzione della sudorazione, l'accelerazione del ritmo respiratorio, l'aumento o il rilassamento della tensione muscolare.
Lo stimolo emotigeno viene contemporaneamente inviato dal talamo alle cortecce associative, dove viene elaborato in maniera più lenta ma più raffinata; a questo punto, secondo la valutazione, viene emessa un tipo di risposta considerata più adeguata alla situazione, soprattutto in riferimento alle "regole di esibizione" che appartengono al proprio ambiente culturale. Le emozioni, quindi, inizialmente sono inconsapevoli; solo in un secondo momento noi "proviamo" l'emozione, abbiamo cioè un sentimento. Normalmente l'individuo che prova una emozione diventa cosciente delle proprie modificazioni somatiche (si rende conto di avere le mani sudate, il battito cardiaco accelerato, etc.) ed applica un nome a queste variazioni psicofisiologiche ("paura", "gioia", "disgusto", "desiderio"ecc.).
Nel #Marketing si usa spesso la sinestesia quando per descrivere e caratterizzare una esperienza percettiva tipica di un certo canale sensoriale usiamo termini che si riferiscono a un altro canale sensoriale, e questo stimola incosapevolmente azioni, che il Marketing cerca di indirizzare verso la propensione all'acquisto.

Secondo il mio modesto parere spesso per invogliare il cliento all'acquisto basta dimostrare in modo chiaro ed inconfutabile la nostra Unique prepositon Selling ed aver paura di rischiare consentendo la possibilità di un recesso qualora il cliente non fosse soddisfatto. La paura del recesso rappresenta una forte insicurezza sul nostro prodotto e questo non fà altro che generare emozioni sgradevoli e sentimenti di paura.
Il Marketing emozionale insegna a rispettare gli altri ed a fornire prodotti validi che possono creare benefici per il nostro cliente. Il marketing emozionale insegna, altresì,  come analizzare i prodotti e come rappresentare in modo più efficace ed efficiente i nostri prodotti al cliente affinché aumenti esponenzialemente la percentuale di conversione all'acquisto.

Articoli correlati